Le strategie di sequestro del carbonio e di ottimizzazione delle risorse irrigue sono state ideate negli anni 70 negli Stati Uniti per ridurre gli effetti dell’erosione del suolo, per ridurre quindi la perdita di fertilità (sostanza organica) dovuta all’azione delle precipitazioni e del vento.
Una minima lavorazione del terreno, oltre a ridurre i consumi di carburante, ha il potenziale di diminuire la quantità di carbonio organico esposta al rischio dell’erosione. Inoltre, l’esecuzione della semina nel post-raccolta migliora la ritenzione idrica del suolo. Questo effetto è dovuto alla copertura del suolo da parte della vegetazione che intercetta le gocce di pioggia riducendo così la velocità di scorrimento dell’acqua piovana.
Il monitoraggio della disponibilità idrica del suolo può essere eseguito continuativamente grazie all’utilizzo di innovazioni tecnologiche composte da sensoristica (tensiometri) e connessioni di rete via cloud (IoT e tecnologie 4.0). Integrando tutti questi dati si ottengono informazioni strategiche per ottimizzare la gestione delle pratiche agricole.