Le pratiche agricole intensive e non sostenibili hanno accelerato il processo di erosione del suolo agrario, soprattutto nei paesi del Mediterraneo dove ogni anno il terreno perso per questo fenomeno è pari a 1,8 tonnellate per ettaro. L’erosione del suolo causa gravi conseguenze a lungo termine, come ad esempio, lo squilibrio idrico che a sua volta comporta danni allo sviluppo delle colture e quindi alla sostenibilità economica delle imprese agricole.
Occorre evitare di degradare ulteriormente il suolo, come possiamo agire subito?
L’agricoltura rigenerativa intensifica l’adozione delle buone, e quindi sostenibili, pratiche agronomiche: la pratica della minima lavorazione del suolo, l’utilizzo di colture di copertura tra il post-raccolta ed il successivo ciclo colturale, inclusa la rotazione delle colture. La presenza di colture e la copertura del suolo con la vegetazione limita significativamente il tasso di erosione del suolo intercettando le gocce di pioggia e riducendo la velocità di scorrimento dell’acqua piovana.
L’adozione di approcci olistici e di soluzioni digitali 4.0 per il farm management delle imprese agricole sono alleati fondamentali. L’utilizzo di strumenti tecnologici e innovativi è essenziale per monitorare lo stato di fertilità dei suoli e verificare i risultati in termini di sostenibilità, sia essa ambientale, economica o sociale. Un corretto utilizzo e quindi la valorizzazione dei dati per una gestione degli asset aziendali e delle attività agricole, permette la sostenibilità dell’impresa e supporta l’operatore nelle decisioni agronomiche.
Un ulteriore sprone in questa direzione arriverà dalla prossima Pac 2023-2027 ed i cosiddetti “eco-schemi” che supporteranno l’adozione delle pratiche agronomiche virtuose per contrastare le emissioni di gas serra, aumentare la dotazione di sostanza organica dei terreni e diminuire l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti.